Cannonball Trophy, un punto di partenza e un arrivo sconosciuti fino all’ultimo minuto

Da un'idea del poliedrico Dino Romano

Cannonball Trophy, un punto di partenza e un arrivo sconosciuti fino all’ultimo minutoCannonball Trophy, un punto di partenza e un arrivo sconosciuti fino all’ultimo minuto

Cannonball Trophy – Un uomo. Un sogno. 35 pionieri. Un punto di partenza e un arrivo sconosciuti fino all’ultimo minuto. Un’unica certezza: la voglia di essere i numeri uno. Questi gli ingredienti, che facendo una eco goliardica alla “corsa più pazza del mondo”, hanno unito per più di 1000 km 25 motociclisti chiamati a partecipare alla Cannonball Trophy dal poliedrico Dino Romano.

Una gita fuori porta a cui hanno partecipato uomini e donne dai ventotto ai sessantotto anni. Moto di tutte le marche come BMW, Ducati, Guzzi, Harley-Davidson, Royal Enfield, Triumph, Yamaha, senza limiti di data d’immatricolazione e cilindrata, con l’unica eccezione per quelle a carburatori che potevano essere raffreddate ad aria o a liquido a differenza delle moto a iniezione raffreddate solo ad aria. La lancetta del tempo ha decretato Alessandro Motorè come primo arrivato che ha spartito con gli avversari la gloria di partecipare a un evento irripetibile che sarà la base e l’ispirazione di un libro iconico. Un volume che racconterà la passione per l’avventura, per la condivisione e per le sfaccettature di chi fa della moto una compagna di vita. Una prova di resistenza psicologica e fisica, che ha visto i protagonisti di questa straordinaria esperienza di vita confrontarsi con i diversi tipi di manto stradale, sfidare le intemperie e gli sbalzi termici.

Dalla campagna toscana all’alto piano di Campo Imperatore, sulla Futa, attraversando l’Emilia-Romagna, l’Umbria, le Marche e l’Abruzzo e tornando indietro su un altro percorso, per una esperienza piena di emozioni e imprevisti. Tutti uniti da un patto di onestà e dall’impegno di doversi fotografare vicino al cartello stradale delle città toccate. La Cannonball Trophy ha esaltato e fatto rivivere i sentimenti di libertà, di condivisione e autenticità con il piacere di “sporcarsi le mani” per costruire un sogno fatto di uomini e bulloni. Sono stati lasciati a casa belletti e lustrini per un’immersione old style tra pneumatici consumati, olio motore, cuscinetti scoppiati, freni usurati e l’imprescindibile volontà di giungere alla meta.

Dino Romano il vero motore di questa impresa, racconta: “Ho curato il mio sogno per anni. Volevo mettere insieme persone che sanno vivere l’aspetto più romantico e goliardico delle due ruote e finalmente la Cannonball Trophy è diventata realtà. La prima iniziativa del genere in Italia, rimarrà unica per sempre, per le persone che hanno partecipato, la sana leggerezza che ha accompagnato questi temerari e la consapevolezza di passare alla storia come i numeri uno in assoluto”.

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