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Benelli Leoncino Trail: economica e totale [PROVA SU STRADA]

Benelli Leoncino Trail – Il Leoncino ha sempre portato fortuna alla Benelli, un grande successo fin dalla nascita, nel 1951, che ha ricevuto una forte spinta dalla vittoria al Motogiro d’Italia del ’53 con il bolognese Leopoldo Tartarini (e qui comincia un’altra storia…). È così azzeccato da essere oggetto, negli anni, di decine di innovazioni e anche trasformazioni. Tra queste sono da vedere le antiche versioni Carenato, Lusso, Motofurgoncino, Rikshaw (risciò). Col tempo è poi arrivata anche il Leoncino Scrambler (primo nato nel 1968, 125 2T), idea oggi riproposta dalla Benelli. Dagli anni ’60 c’è stata la rivoluzione, dai 125 cc di allora (che era un media cilindrata), si è passati ai 500 di oggi (che è un media cilindrata), dal motore a due tempi a quello a quattro, e dallo Scrambler al Trail. Che però mantiene quell’idea di mezzo piacevole e versatile, nato per la strada ma capace di muoversi con scioltezza anche sullo sterrato.

Estetica e finiture:

Rating:  

Ottime finiture, soprattutto per il suo segmento, la Trail guadagna un look più modaiolo

La prima impressione è decisamente positiva, il Leoncino Trail appartiene alla schiera delle moto economiche (sotto i seimila euro) ma non lo dimostra: non solo l’allestimento è di buon livello, ma sono curati anche i dettagli. Tra questi citiamo le luci a led; il terminale di scarico a doppio foro di uscita con il rivestimento d’acciaio spazzolato; i loghi in rilievo e tra questi l’iconico leoncino sul parafango anteriore. Piacevole e completo il cruscottino digitale, con l’orologio, il contagiri, il doppio trip e l’indicatore del livello del carburante (nell’esemplare in prova però non molto preciso).

La dotazione tecnica è d’impatto, all’anteriore la frenata è affidata a una bella coppia di dischi da 320 mm, la forcella è rovesciata e regolabile in estensione e il monoammortizzatore è regolabile nel precarico e in estensione. Per adattare il Leoncino alla guida on-off le sospensioni hanno una maggiore escursione, la luce a terra guadagna 40 mm e la sella passa da 735 a 835 mm (ora si può definire alta). Ci sono infine le ruote a raggi di estrazione fuoristradistica, con l’anteriore da 19” (da 17” sulla versione stradale) e le generose coperture semitassellate Pirelli Scorpion Rally STR (nelle misure 110/80 e 150/70).

Motore e prestazioni:

Rating:  

Bicilindrico di media cilindrata (e potenza) che sa sorprendere

Il motore è lo stesso della versione stradale, un bicilindrico a quattro tempi raffreddato a liquido di 500 cc, capace di erogare 48 CV a 8500 giri/min e con una discreta coppia, 46 Nm a 6000 giri/min. Si presenta subito molto bene, fin dall’avvio: gira fluido e regolare, silenzioso di meccanica, niente vibrazioni. E continua a farsi voler bene, mostrando un carattere perfetto per il ruolo che deve svolgere. Per ottenere un po’ di brio non occorre infatti “attendere” l’entrata in coppia: non c’è, ed è un pregio. Perché il tiro è sempre bello vivace fin dai bassi, e così non manca nulla, anche se si guida in relax con una marcia in più.

Il meglio si ha tra i 3.000 e i 6.000 giri, con un ottimo allungo fin oltre gli 8.000 giri, regime che non non conviene superare. Non perché manchi qualcosa, si arriva tranquillamente a 10.000 giri, ma perché conviene passare al rapporto successivo e sfruttare le doti di coppia, visto che la spinta si stempera dolcemente avvicinandosi alla zona rossa. Due parole sulla potenza. Oggi chi ha esperienza potenze sotto 100 CV non le considera nemmeno, ma su una moto abbastanza leggera (207 kg in ordine di marcia dichiarati), 48 CV conditi da buone doti di coppia sono più che sufficienti per divertirsi, complici l’agilità del mezzo. Sono poi perfetti per chi invece inizia a prendere confidenza, la potenza non spaventa ed è erogata con dolcezza. Ottimo giudizio, infine, anche sul cambio, fluido, regolare e ben spaziato, e sulla frizione, precisa e modulabile, che richiede però un po’ di forza sulla leva.

Guida e maneggevolezza:

Rating:  

Leoncino di nome, leone di fatto

Il Leoncino Trail non è per nulla “ino”, anzi. Accoglie comodamente anche se si è di buona statura, il manubrio è ben dimensionato, le gambe non sono eccessivamente piegate, e meglio se sono lunghe, visto che, come già specificato, la versione on-off è cresciuta in altezza rispetto alla stradale. La posizione di guida è quindi comoda, si sta con le braccia aperte ad afferrare il manubrio, largo ma non eccessivamente, e la schiena eretta; tutti i comandi sono al posto giusto, facili da azionare e precisi. Anche le ruote sono sempre nel posto giusto, proprio dove le vuoi mettere. La ciclistica infatti ben si amalgama con il buon carattere del motore, anch’essa è facile, intuitiva, ubbidiente agli ordini, che esegue con precisione e, soprattutto, con la rande dote di farti sentire sempre a tuo agio.

Tutto quindi gioca a favore della semplicità della guida, le quote ciclistiche sono agili ma bilanciate, e la ruota da 19” arrotonda la discesa in piega senza però perdere in agilità. In curva si può contare sull’ottimo feeling delle coperture, che pur nate anche per lo sterrato, offrono sull’asfalto un appoggio degno delle migliori gomme stradali, grazie ai tasselli larghi e alle generose dimensioni della spalla (dietro c’è un buon 150). Le sospensioni mantengono il piglio sportivo che abbiamo conosciuto nella versione stradale. Scelta particolare, visto che in genere le impostazioni sulle on-off sono ben più soft, e permettono di sfruttare le ampie escursioni tipiche dei modelli di questa categoria. È una caratteristica che non solo va a vantaggio della conduzione “sportiva” (nell’ambito della categoria), ma anche del disimpegno nella guida. Il Leoncino infatti, pur essendo un Trail, è solidissimo in tutte le situazioni, nei rapidi cambi di direzione come in piega, sul liscio, sullo sconnesso e anche in velocità, viaggiando sempre preciso e sicuro e liberando la mente dal pensiero di adottare una guida rotonda e accorta. Si può quindi staccare forte, scendere veloci in piega, correggere le traiettorie come si vuole, mantenendo sempre un bell’assetto preciso. Ovviamente c’è una controparte, che si paga sullo sconnesso più pronunciato, dove il comfort è inferiore a quello che ci si può attendere da una Trail, e in particolare il posteriore si avverte ben solido sulle buche più pronunciate.

Il doppio disco anteriore da 320 millimetri ha un aspetto da grande sportiva, ma il mordente non è aggressivo, scelta condivisibile visto il taglio tranquillo del Leoncino Trail. La potenza è quindi adeguata al mezzo, e per di più non fa correre il rischio di incappare in un’azione eccessivamente brusca. Che non sarebbe comunque un grosso guaio visto che un eventuale problema verrebbe risolto dall’intervento dell’ABS. A sinistra, nascosto sul supporto dello specchietto, c’è il pulsante per escluderlo, e così permettere una guida sicura sullo sterrato, dove la maggior parte dei sistemi antibloccaggio non garantisce la frenata, intervenendo ad ogni minima perdita di aderenza (in sostanza non ci si ferma).

Prezzo e consumi:

Rating:  

Sotto i 6 mila, per un prodotto davvero degno di lode

Il Leoncino Trail è venduto a 5.990 euro franco concessionario, e considerandone le qualità tecniche possiamo affermare che il rapporto prezzo/qualità è decisamente favorevole. Dal punto di vista estetico ognuno faccia le proprie considerazioni; quello tecnico a nostro parere è più che soddisfacente. Poi c’è l’aspetto dinamico, che supera le aspettative: il motore ha le doti che vorresti, è brillante, ha una curva coppia piena e regolare, è silenzioso, e ben si amalgama alla ciclistica, divertente e dalle ottime doti atletiche, perfetta per un principiante ma allo stesso tempo capace di soddisfare anche un pilota esperto.

Ultima chicca i consumi. Avendo lo sesso motore del Leoncino stradale ci rifacciamo alla prova già pubblicata, in cui abbiamo riscontrato un ottimo dato. Mediamente, e senza pensar troppo al risparmio, nell’allegra conduzione extraurbana abbiamo percorso 27-28 chilometri con un litro di carburante. Col pieno, 13,5 litri, si coprono così più di 350 chilometri: ci si ferma prima per riposare che per far rifornimento. Una precisazione. Il Leoncino è femmina, perché si tratta di una moto, ma “la” Leoncino suona male, questa volta facciamo un’eccezione.

PRO E CONTRO
Ci piace:
Il motore e la guida
Non ci piace:
Comfort sullo sconnesso

Benelli Leoncino Trail: la Pagella di Motorionline

Motore:
Maneggevolezza:
Cambio e trasmissione:
Frenata:
Sospensioni:
Guida:
Comfort pilota:
Comfort passeggero:
Dotazione:
Qualità/Prezzo:
Linea:
Consumi:

Abbigliamento del tester:
Guanti: Spidi Thunderbird Glove
Giacca: Spidi Ace Leather Jacket
Pantaloni: Spidi
Scarpe: Stylmartin Iron
Casco: Scorpion Exo-City Wind

Redazione:

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