X

Moto Morini Milano, guardare al passato per puntare al futuro

Proprio un appassionato di moto (e motori in generale, dato che la sua immagine è legata a quella di Jaguar), come Filippo La Mantia, ha ospitato l’unveiling della nuova creatura di Moto Morini, un modello di un marchio con una storia lunga 80 anni, che in questo suo nuovo corso vuole fare del prodotto artigianale una filosofia vincente. Punta quindi a produrre un numero contenuto di esemplari, ma con grande attenzione a fattori come la qualità, il Made in Italy al 100% ed il gusto dell’artigianalità e del “fatto a mano”.

Una azienda piccola quindi, che vuole essere fuori dagli schemi e, proprio per questo, sostanzialmente senza concorrenti, da un certo punto di vista. Tutto fatto a mano e personalizzabile, realizzato per clienti che apprezzino design e tecnologia, ma soprattutto l’esclusività.

Il viaggio nel “mondo Morini”, che anticipa la presentazione del nuovo modello, passa quindi per il racconto dell’esperienza dei clienti, passati e presenti, che legano la passione per le moto alle emozioni ed alla propria vita privata, con un rapporto quasi fisico con le motociclette. Così prima di svelare il nuovo modello sono proprio illustri “morinisti” a raccontate il loro rapporto con il marchio italiano, tra cui proprio l’ospite della serata, Filippo La Mantia. Harleysta dichiarato, ha scoperto Moto Morini da 2 mesi e se ne è innamorato, in primo luogo per la sua italianità.

La protagonista assoluta della serata è però lei, la Moto Morini Milano, che arriva dopo la sportivissima Corsaro ZZ, presentata lo scorso anno e che ha segnato anche una prima volta per una motorizzazione Euro 4. Moto Morini ha poi recentemente lanciato la sua divisione One-Off, per la realizzazione di prodotti fortemente personalizzati, che possono addirittura essere omologati come esemplare unico. Nel 2017 arriveranno poi la Corsaro in un allestimento Racer, con semimanubri ed altri dettagli sportivi ed anche la nuova Scrambler. La protagonista di questa presentazione è invece una moto che riporta ai giorni nostri la mitica “tre e mezzo”. Come allora, anche oggi è il mitico Franco Lambertini a definire e realizzare il suo motore, che è il 1.200 con una base simile alla Corsaro, con le ovvie differenze. In onore del nuovo corso e della sede alle porte della città meneghina (a Trivolzio, in provincia di Pavia), la nuova moto si chiama proprio Milano.

Il designer Angel Lussiana ha saputo reinterpretare elementi stilistici anni ’70 in chiave moderna. Un compito tutt’altro che semplice, anche perché forme squadrate di quell’epoca concettualmente non si sposano con la morbidezza e l’eleganza tipici del design italiano.

Ed invece la Milano è estremamente elegante e molto personale, sono evidenti da subito i punti in comune con la sua antenata, ma non scade nel ridicolo o nello scontato, anzi. Davvero un oggetto che starebbe bene in un salotto, oltre che essere utilizzata e sfruttata per quello per cui nasce. Moderna, come evidenzia il cruscotto digitale con schermo LCD da 5”, ma con un serbatoio che è quasi un’opera d’arte. Forme squadrate a richiamare al passato, una colorazione con bellissimi contrasti cromatici e una fascia in metallo forato che lo attraversa longitudinalmente.

Non mancano una ciclistica con elementi pregiati, come la forcella up side down Mupo o le pinze monoblocco a 4 pistoncini firmate Brembo, che mordono dischi da 320 mm.

Tutto rigorosamente Made in Italy, realizzato in casa da Moto Morini o di fornitori che sono fiore all’occhiello dell’industria motociclistica del nostro Paese. Anche le gomme, nemmeno a dirlo, sono della milanese Pirelli, dato che i cerchi in alluminio forgiato calzano delle Angel GT.

Il suo cuore è un V2 a 87° bialbero corsa corta di 1.187 cc, capace di 110 cavalli e rivisto per offrire la coppia più in basso, oltre che con una nuova voce, donata dall’inedito scarico,che deriva dall’esemplare unico Ti22, derivato dalla Corsaro ZZ proprio dalla divisione One-Off di Moto Morini.

Non resta che aspettare che vengano comunicati prezzo e dettagli, ma soprattutto di provarla, per tornare negli anni ’70 con il gusto di un prodotto al 100% italiano ed al 100% artigianale.

Matteo Pozzi:
Articoli Correlati