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Ducati 916: Carl Fogarty ricorda e racconta

Passione e vittorie. Quella voglia di trionfare, semplicemente, mentre il nastro d’asfalto scorre veloce sotto le ruote sino alla bandiera a scacchi. Carl George Fogarty, altrettanto noto con il soprannome “Foggy”, in un’intervista proposta dal sito Ducati parla della 916, riassaporando le sensazioni del successo e raccontando il binomio con una delle più note creazioni sportive di Borgo Panigale.

Tecnica e mito

Una moto considerata un “punto di svolta” produttivo, pensata dal celebre Massimo Tamburini, tutt’ora considerato “il Michelangelo delle moto”, che ha sintetizzato nelle linee estreme e raccordate della 916 concetti tradizionali e altrettanta innovazione, divenuta una formula rappresentativa del marchio stesso. Un esempio di distinzione ed evoluzione, come lo è la Monster. Altro modello di riferimento nella storia del costruttore emiliano.
A distanza di 25 anni dal debutto, la Ducati 916 è stata ricordata attraverso una versione celebrativa: l’esclusiva Panigale V4 25° Anniversario 916. Design tagliente ed elaborato, grafiche rappresentative e un cuore Desmosedici Stradale V4 da 90° di 1.103 cc che propone 214 cavalli di potenza massima a 13.000 giri/minuto e un picco di coppia da 124 Nm raggiunti a 10.000 giri/minuto, come segnalato.
Nell’osservarla lo stesso Carl Fogarty è rimasto senza parole, notando in particola il logo con la scritta “Foggy” e il colore dei cerchi in magnesio simile a quello di un tempo. Un tuffo nel passato.

Una storia ricca di ricordi

Interpellato sulla Ducati 916, il campione britannico ha dichiarato subito: “Rappresenta il mio passato, la mia storia.” Una “compagna di battaglie” con cui ha iniziato a lottare per il successo già nel 1994. E ne sono arrivati numerosi, ben 55 trionfi e 4 titoli nel Mondiale Superbike. Quello già citato del 1994 e poi nel 1995, 1998 (anno in cui è stato nominato anche Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico) e 1999. Un mezzo che per Carl “Foggy” Fogarty “sarà sempre molto più di una moto”, con lo stesso attaccamento mostrato alla famiglia di Borgo Panigale, come emerso dall’intervista.
Nell’occasione ha anche raccontato due momenti speciali vissuti con la sportiva. Un primo a Donington, quando la vide per la prima volta giudicandola “troppo bella per essere usata per correre”. Una moto completamente diversa dalle altre e il timore persino di cadere e graffiarla. “Mi ricordo anche che i giornalisti si chiedevano se quella moto fosse la scelta giusta. Lo è stata”, ha aggiunto lo stesso Fogarty nel ricordare l’episodio.
Poi quando tagliò il traguardo sul tracciato di Phillip Island nel 1994. Un sorriso continuo, ascoltando le note del motore al termine della corsa e gustando il trionfo.

Foto: Ducati

Mariano Tedesco:
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