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Deus Bike Build Off 2016, conclusa a Milano la quinta edizione italiana

Deus Bike Build Off 2016 – “Il quartiere delle moto”, così è diventato nel linguaggio modaiolo della city Milanese il quartiere Isola. Un quartiere “fighetto”, inutile negarlo, ma che col passare degli anni ha anche saputo costruirsi un’immagine tutta sua che a noi appassionati di motori (con solo due ruote però!!) piace molto. Officine Mermaid prima, l’arrivo di Deus poi, hanno dato vita a questo fenomeno motociclistico in continua espansione. E se il termine “quartiere” come concetto è un po’ generico, via Thaon de Revel è invece un punto di ritrovo molto più preciso e che lo scorso sabato si è davvero trasformata in un red carpet degno di attenzione.
Un vero e proprio tappeto rosso, una passatoia sulla quale a sfilare non c’erano i classici divi del cinema, ma le nostre amate motociclette, anche loro più o meno “truccate” e spesso in abiti succinti più delle star Holliwoodiane!

Le moto presente erano circa sessanta, un numero che può sembrare piccolo, se la si pensa nell’ottica di un generico raduno, ma che prende peso se considerate che ogni moto è stata realizzata con tantissimo lavoro, è un pezzo unico e nel contest viene giudicata da una giuria di esperti, i quali in qualche minuto dedicato ad ogni moto, devono quindi individuare le migliori, per arrivare a premiare la migliore di ognuna delle categorie. Il tutto, come potete quindi immaginare, dura quindi parecchie ore, tra i tempi di registrazione dei partecipanti, il giro della giuria e l’evento vero e proprio, che si concentra per le moto selezionate, tra le 14 e le 18. La mattina è invece un’occasione per tutti gli appassionati di farsi una passeggiata per la via, chiusa al traffico per l’evento, tra oggetti che esprimono la fantasia ed il gusto dei proprietari. Oltre ai “Pro”, che espongono quello che in pratica è la sintesi della moda del momento e dello stile che va per la maggiore.

Dicevamo della giuria di “esperti” e, mai come in questo caso, il termine è più appropriato. Il capo della ciurma, trattandosi di un evento nell’ambito milanese, ovviamente non poteva che essere colui che fa colazione con brioches e benzina da anni, che ne ha guidate “di ogni” e che ha una “manetta” notevole. Stiamo parlando di Roberto Ungaro, che era a capo della giuria, dentro la quale però erano presenti nomi altrettanto altisonanti che rispondono all’appello di: Ela Von Dutch, Umberto Borile, fondatore del marchio Borile (Scrambler e Multiuso sono le sue creazioni), Roberto Totti, famoso customizer italiano, Rosso Sharp, fondatore del Motorcycle Club inglese Bike Sheld e, per finire, Paolo Sormani, noto giornalista del settore. Questa (illustre) giuria ha avuto il difficile compito di eleggere una vincitrice tra le moto presenti, tenendo in considerazione sia l’aspetto estetico sia quello tecnico, con un occhio di riguardo anche alla sicurezza e sul reale utilizzo della moto su strada.

Il bello della giornata non è stato vedere la moto vincente con il suo preparatore, ma vedere come tra “rivali” ci si scambiassero in continuazione elogi sul lavoro fatto uno con l’altro, le domande sul perché di scelte tecniche rispetto ad altre ed il rispetto, caratteristica importantissima nonché nobile, che regnava tra i partecipanti. Perché la moto è questo, passione vera senza confini, senza colori e marchi. Un oggetto che unisce soggetti di tutte le età e le etnie, che permette ad amici di creare special in box la notte, portando via ore di sonno prezioso tra una giornata di lavoro e l’altra. Vedere coppie formate da un padre e figlio che, nel corse dell’anno, hanno creato insieme un oggetto capace di emozionare, non ha prezzo. Eicma, Metzeler e Mocauto hanno permesso che tutte queste persone si riunissero per un sabato memorabile e dobbiamo ringraziare Deus per aver saputo portare anche in Italia questo spirito “vero e genuino” della motocicletta e di tutto ciò che le ruota attorno. Ricordiamo infatti che l’evento italiano era uno dei cinque, in sostanziale contemporanea mondiale nelle sedi Deus di Sidney, Venice, Bali e Tokio. Quattro continenti toccati da una passione del tutto simile, magari con gusti leggermente diversi, dettati da mode locali che possono essere tra loro lontane.

Un applauso quindi a tutti coloro che hanno permesso che questo si realizzasse, a chi è venuto a vedere come spettatore, curiosando tra le moto e, chissà, magari ora desideroso di entrare a far parte di questo mondo magico, oltre a chi ha ancora il coraggio di sognare davanti ad una moto. Perché la moto è molto più di un semplice oggetto a due ruote con un motore, molto, molto di più. E sabato ne abbiamo avuto la stupenda conferma.

Nota: La redazione di Motorionline ricorda a tutti coloro che volessero creare una special, di non modificare mai parti tecniche che potrebbero risultare pericolose e di verificare sempre con l’aiuto di un esperto se le modifiche fatte siano regolamentari. Le special sono moto stupende, ma ricordiamoci anzitutto che devono essere sicure e che non devono essere un pericolo per chi le usa e per gli altri utenti della strada.

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