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Desmosedici Stradale: Ducati porta in strada le emozioni della pista

DU 2017-07-18 1409 MOTORE

Ducati Desmosedici Stradale – Dalla pista alla strada il passo è breve quando si parla di Ducati e il nuovo motore Desmosedici Stradale presentato questa mattina a Misano ne è l’ennesima riprova. Questo V4 apre un nuovo capitolo della storia della casa di Borgo Panigale che, ancora una volta, guarda al futuro proponendo un progetto nuovo e distintivo. La particolare conformazione (a 90° ruotato all’indietro di 42°) lo rende estremamente compatto, permettendo di centrare le masse e consentendone una perfetta integrazione nel veicolo.

L’albero motore, come sui prototipi Ducati utilizzati in gara, è controrotante per ridurre l’effetto giroscopico delle ruote e conferire maneggevolezza ed agilità nei cambi di direzione. Il Desmosedici Stradale è indubbiamente un motore ideale per l’uso in pista, ma sono state considerate nella sua definizione anche le necessità di un suo uso con soddisfazione anche su strada. Infatti, per massimizzare le doti di coppia ai medi regimi, così importanti per la godibilità della moto sulle strade aperte al traffico, e per ottenere coppia e potenza a regimi più contenuti, il motore ha una cilindrata leggermente superiore alla MotoGP, per la precisone di 1.103 cm³. Eroga una potenza di oltre 155 kW (210 CV) a 13.000 giri/minuto, e una coppia massima di oltre 120 Nm (12,2 Kgm) da 8.750 a 12.250 giri/minuto, in configurazione Euro 4. In analogia alla MotoGP, la progettazione è stata impostata fissando l’alesaggio dei pistoni a 81 mm. Questo valore rappresenta il limite massimo consentito dal regolamento tecnico della MotoGP; è inoltre il più elevato del segmento delle supersportive 4 cilindri.

Il Desmosedici Stradale è progettato attorno al sistema Desmodromico che comanda le quattro valvole di ogni cilindro e contribuisce a fare delle MotoGP Ducati i prototipi più veloci della classe regina del Motomondiale. Su questo motore ad elevato regime di rotazione il “Desmo” trova la sua massima valenza tecnica e raggiunge livelli di sofisticatezza, compattezza e leggerezza, mai visti prima su una Ducati.

La collaborazione con Ducati Corse ha permesso di realizzare un motore compatto, leggero e dalle prestazioni elevate. La progettazione e sviluppo da parte dei motoristi Ducati gli ha conferito un’erogazione che massimizza il piacere di guida su strada e la performance assoluta in pista. Con un peso di 64,9 Kg il Desmosedici Stradale è solo 2,2 Kg più pesante del bicilindrico Superquadro da 1.285 cm³ confermando l’enorme attenzione verso la leggerezza, fulcro di ogni progetto Ducati.

Il motore Desmosedici Stradale respira grazie a quattro corpi farfallati ovali con diametro equivalente di 52 mm, collegati a cornetti di aspirazione ad altezza variabile per la prima volta montati su un motore Ducati. Questa soluzione permette di ottimizzare il riempimento dei cilindri a tutti i regimi di rotazione con importanti benefici in termini di erogazione e guidabilità. Al variare del regime di rotazione e della coppia richiesta dal pilota, i cornetti di aspirazione assumono una configurazione che allunga o accorcia il condotto permettendo di ottimizzare l’influenza in termini fluidodinamici delle onde di pressione che corrono lungo il condotto stesso. Il sistema è controllato dalla centralina motore ed è costituito da due stadi: una trombetta fissa disposta sul corpo farfallato ed una mobile che scorre lungo delle guide in acciaio ed è movimentata da un motorino elettrico. Quando questa si abbassa, si dispone a contatto con la trombetta corta determinando così un allungamento geometrico del condotto. Quando si alza, la fluidodinamica vede solo la trombetta fissa sottostante e quindi la configurazione del motore risulta caratterizzata da un condotto molto corto.

Il cambio a sei rapporti è stato studiato appositamente per il motore Desmosedici Stradale ed è dotato di sensore marcia rotativo per lavorare in maniera ottimale assieme al Ducati Quick Shift (DQS) up & down. Il sensore impiegato valuta con estrema precisione la posizione del tamburo cambio e di conseguenza delle forchette che movimentano gli ingranaggi durante il cambio marcia. Questo permette quindi di realizzare una strategia che sia in grado di ripristinare la trasmissione di coppia solo quando la cambiata si è completata, evitando così di sollecitare in modo errato gli innesti del cambio e garantendo sempre una cambiata completa e precisa oltre che molto rapida. La frizione, in bagno d’olio, con comando idraulico ha 11 dischi guarniti, prevede un sistema ad asservimento progressivo che permette di incrementare il carico sui dischi senza penalizzare lo sforzo alla leva richiesto al pilota per il disimpegno della frizione.

Fabio Manara:
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