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Aprilia Tuareg 660: il ritorno di un nome, una moto sviluppata per esplorare [FOTO]

Forme snelle e connotative, una ciclistica che suggerisce un dinamismo versatile, soluzioni tecnologiche all’avanguardia e l’energia di un vivace cuore bicilindrico. In sintesi: Aprilia Tuareg 660.

Design

Aprilia Tuareg 660 rappresenta una sintesi tra le enduro monocilindriche e le adventure di media cilindrata. Una moto in tre distintive varianti cromatiche: Acid Gold, Martian Red (nero e rosso) e Indaco Tagelmust che richiama la veste della Tuareg Wind 600 del 1988.
L’estetica è stata definita dal PADC (Piaggio Advanced Design Center) del Gruppo Piaggio a Pasadena, in California. Guidati da Miguel Galluzzi, i designer hanno plasmato forme distintive e compatte, privando il modello di elementi non specifici per rastremarne misure e peso.
Lo stile rimanda al panorama adventure con particolari altamente distintivi come la zona del cupolino, costituita da un ampio plexi che lascia a vista il supporto rifinito, sviluppato con un tecnopolimero arricchito di fibra di vetro che sostiene anche la strumentazione.
I gruppi ottici sono full LED con una firma luminosa peculiare, quello anteriore presenta DRL perimetrali. Caratteristico anche il concetto della doppia carenatura con funzione di appendice aerodinamica, già notato su RS 660 e Tuono 660 e proposto per la prima volta in questo segmento.

Non sono presenti i tradizionali fianchetti sottosella, al loro posto due pannelli asportabili al momento del montaggio del set di motovaligie proposte come accessorio.
Le dimensioni del modello sono state studiate per ottenere un mezzo snello, in particolare nella zona di contatto delle gambe con il serbatoio, pur considerando una capacità di 18 litri. La moto è lunga 2.220 millimetri e larga 965 mm, l’interasse si estende per 1.525 mm. Interessante anche il dato del peso in ordine di marcia che risulta di 204 kg.
Alla luce di una configurazione parallela del propulsore bicilindrico, l’altezza della sella risulta contenuta a 860 mm, in funzione di un arco-cavallo ridimensionato e facilitando così l’appoggio dei piedi a terra, secondo le informazioni. Inoltre per rendere compatibile un’elevata escursione della ruota posteriore con l’accesso in sella, la zona sottosella è stata scavata in modo da ottenere un codino filante. Per l’eventuale passeggero sono previste una porzione di sella lunga e due maniglie di appiglio integrate.
La triangolazione del mezzo favorisce una postura eretta e decontratta, notando in particolare la posizione sollevata alta del manubrio conico in alluminio, oltre alle forme compatte di sella e fianchi che agevolano i movimenti. Si segnalano anche protezioni rimovibili in gomma per le pedane e il puntale della leva del freno posteriore può essere alzato.
Segnalata anche una linea di abbigliamento e soluzioni protettive pensate per il turismo e l’attività in fuoristrada.

Tecnologia

La panoramica elettronica prevede diverse soluzioni, partendo dal controllo dei settaggi tramite i comandi al manubrio (quelli a sinistra che consentono di gestire velocemente diverse funzioni tra cui anche il traction control e il cruise control, mentre a destra la selezione tra i quattro riding mode Urban, Explore, Offroad con ABS disabilitato sul freno posteriore e possibilità di esclusione anche sul freno anteriore e infine il personalizzabile Individual) e dalla strumentazione digitale TFT a colori da 5 pollici con sensore crepuscolare.
La moto è equipaggiata con un acceleratore elettronico Ride-by-Wire multimappa e un pacchetto di controlli elettronici APRC con tarature specifiche in funzione di sicurezza e performance. Una panoramica di sistemi che include: l’Aprilia Cruise Control (ACC); il sistema di controllo del freno motore gestibile su 3 livelli Aprilia Engine Brake (AEB); l’Aprilia Engine Map (AEM) con tre mappature per modificare il carattere e l’espressione della potenza del motore e il controllo di trazione regolabile su quatto livelli ed escludibile Aprilia Traction Control (ATC).
Variegata la proposta di accessori, tra cui il cambio elettronico Aprilia Quick Shift (AQS) con funzione downshift che consente di scalare marcia, senza agire sulla frizione e la piattaforma multimediale Aprilia MIA che consente un collegamento dello smartphone al mezzo, ampliando le funzioni della strumentazione. La app Aprilia MIA permette di registrare i percorsi già fatti e analizzare i dati acquisiti sulla app tramite la funzione di telemetria geo-referenziata, come segnalato.

Tecnica

La ciclistica prevede un telaio definito da una nuova struttura in tubi di acciaio altoresistenziale e piastre stampate con reggisella in acciaio saldato al telaio. Questo schema può sopportare sino a 210 kg di carico, in base alle informazioni. Risultano sei i punti di ancoraggio del motore al telaio, rispetto ai tre della RS 660 e ai due della Tuono 660, quindi il cuore non figura più come elemento portante, ma come fattore stressato. Inoltre questo è ruotato all’indietro di circa 10°, avendo la bancata dei cilindri più verticale, attenuando il momento di inerzia e di imbardata del mezzo. Funzionale nell’alchimia d’insieme anche la zona di pescaggio del carburante, localizzata sotto la sella, in modo da favorire la centralizzazione delle masse e il pescaggio.
Figura un forcellone a doppio braccio in alluminio, infulcrato sia nel telaio sia nel motore, con ammortizzatore dotato di leveraggio progressivo. Le sospensioni Kayaba, la cui escursione raggiunge i 240 mm, sono regolabili nell’idraulica in estensione e compressione, oltre che nel precarico molla.
L’impianto frenante Brembo comprende davanti una coppia di dischi da 300 mm e pinze a doppio pistoncino, mentre dietro figura un singolo disco da 260 mm con pinza flottante a singolo pistoncino.
Infine sono presenti dei cerchi tubeless in alluminio che calzano pneumatici Pirelli Scorpion Rally STR di 90/90 e 150/70, in considerazione della spiccata attitudine al fuoristrada: quello anteriore risulta da 2,5 x 21”; mentre quello posteriore da 4,5 x 18”.

Motore

Il propulsore è bicilindrico, un cuore parallelo frontemarcia da 659 cc (660) derivato dalla bancata anteriore del V4 di 1100 cc con omologazione Euro 5.
Gli interventi specifici sul propulsore della Tuareg 660 riguardano la parte superiore e quella inferiore, per aumentare la coppia ai bassi regimi e assicurare una corretta lubrificazione nell’uso in fuoristrada.
La frizione multidisco in bagno d’olio con antisaltellamento, in base alle indicazioni, presenta un sistema di asservimento meccanico che consente di ottenere un comando al manubrio morbido, senza ripercussioni sul rendimento.
La potenza massima raggiunge gli 80 cavalli a 9.250 giri/min; mentre il picco di coppia risulta di 70 Nm a 6.500 giri/minuto. Un regime inferiore rispetto a quello dell’esemplare RS 660 (8.500 giri/minuto), con il 75% della stessa dai 3.000 giri/minuto che sale all’85% al raggiungimento dei 4.500 giri/minuto. Il modello inoltre è depotenziabile a 35 kW.

Foto: Aprilia – Piaggio Group

Mariano Tedesco:
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