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20.000 Pieghe 2018, alla 10° edizione sulle Dolomiti con una Honda CB1000R

Il desiderio di esplorare è da sempre parte intima della natura stessa di una persona, accompagnato dalla sua inesauribile sete di sapere. Viaggiare in moto è forse la maniera più stimolante ed entusiasmante per farlo.
La 20.000 Pieghe è forse una delle manifestazioni più adatte per coniugare questo desiderio ad un pizzico di agonismo e competitività, sempre nel rispetto delle regole di buon comportamento e osservanza del codice della strada. E’ considerato il Raid Motociclistico più prestigioso e conosciuto d’Italia e si svolge interamente su strade asfaltate. Ogni anno un itinerario nuovo, ricco di “pieghe”, organizzato egregiamente dal Motoclub Motolampeggio, che quest’anno ci ha portato nei magnifici scenari montani del Trentino, con partenza ed arrivo, di ognuna delle tre tappe previste, da Stava, Tesero (TN).

Noi di Motorionline, abbiamo avuto il piacere di parteciparvi nel Team Ufficiale Honda Italia in sella alla nuovissima e bellissima Honda CB1000R, in compagnia del noto blogger Gianclaudio Aiossa e del già due volte vincitore della 20.000 Pieghe Emanuele Macaluso.

Nel vivo della “competizione”: la prima tappa
La partenza del nostro Team, con i numeri di pettorina 14-15-16, è prevista per le 07:38; fa abbastanza freschino ma l’abbondante colazione fatta in hotel ci dona le calorie necessarie per affrontare carichi di energie gli oltre 300 km che ci aspettano. Controlliamo se non abbiamo dimenticato qualcosa: antipioggia ok, doppi guanti ok, serbatoio pieno ok. Sembra non ci manchi nulla. OK PARTIAMO! Seguiamo scrupolosamente il road book della tappa che ci è stato consegnato la sera prima e sul quale è indicato il percorso da seguire, i controlli orari volante, i punti di controllo timbro e le prove speciali con i relativi orari da rispettare al secondo! Tagli il traguardo prima dell’orario stabilito? Vieni penalizzato. Tagli il traguardo dopo l’orario stabilito? Vieni penalizzato.

La precisione è fondamentale! Con questo stuzzicante patema d’animo, partiamo verso Campitello di Fassa per poi andare a snocciolare uno dopo l’altro i passi Sella, Gardena, Falzarego, Giau, Pordoi, Fedaia, Cereda e Rolle: otto passi su strade con bellissimi scenari dal fondo stradale quasi sempre più che buono. A causa di qualche difficoltà nel raggiungere una località indicata nel road book, abbiamo tagliato il traguardo in ritardo, concludendo così la prima tappa a metà della classifica assoluta. Pazienza, non dobbiamo prendercela. E’ vero che le competizioni ti acchiappano sempre, anche se sono basate principalmente sul cronometro e non sulla velocità.

Seconda e terza tappa

Partenza sempre alle 07:38, sempre freschino ma sempre carichi di entusiasmo, pronti a godere degli innumerevoli passi che ci attendono, dei spettacolari scenari montani offerti da questo splendido territorio con i suoi laghetti, in primis il lago di Carezza, con le sue acque cristalline contornato da altissimi pini lussureggianti e, da non dimenticare, della principale delizia di noi motociclisti: curve, tante curve, tantissime belle curve e tornanti da pennellare in una interminabile danza!

E quando la dama che ti accompagna nella danza è una Honda CB1000R, stai tranquillo che la goduria è assicurata: elegante, bella da vedere e che gratifica cingerle i fianchi nell’infinito balletto montano.

La nostra ottima compagna di viaggio

E’ piccola, compatta ma con un’impostazione di guida corretta che non affatica nella guida a velocità medio basse; superati i 110 km/h la mancanza di protezione aerodinamica comincia a farsi sentire e ad affaticare testa e spalle. Comunque sappiamo bene che la CB non è nata per le lunghe percorrenze a medie elevate; è la compagna ideale per il divertimento puro. E’ a dir poco maneggevole, con i suoi 145 cv ed una rapportatura del cambio molto corta, assicura in uscita di curva un’accelerazione bruciante fino alla staccata della curva successiva, la quale viene supportata da un impianto frenate all’altezza: potente e modulabile con l’ABS mai invadente. Solo dopo averlo sollecitato duramente, la corsa della leva del freno anteriore aumenta di poco la sua corsa ma senza mai perdere la notevole efficacia frenante.

L’avventura è finita e siamo in parte dispiaciuti di non essere riusciti a vincere questa edizione, ma lasciamo particolarmente a malincuore la magnifica cavalcatura che godendo ci ha accompagnato in questa bella avventura durata tre giorni, ammirando stupendi panorami tra una curva e l’altra e l’altra e l’altra …………

A cura di Roberto Ferrari

Redazione:
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